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giovedì 20 aprile 2017

parliamo di carta - prima parte


Inizio con questo una serie di piccoli post sugli strumenti e sui materiali che in genere consiglio ai miei corsi: il discorso carta è decisamente complicato, quindi ho pensato di togliermi subito questo tarlo, in più ho avuto la fortuna di poter provare di recente un po' di campioni di carte scolastiche e volevo condividerne i risultati.

L'intenzione iniziale era di farvi un solo post, ma mentre scrivevo l'introduzione mi sono accorta che avrei dovuto tagliarne gran parte e quindi ecco la scelta di dividerlo in due, cominciamo quindi in questo post con una spiegazione su cosa sia esattamente e come venga prodotta la più pregiata carta giapponese mentre nel prossimo post vi parlerò dei risultati dei test da me effettuati su carte più economiche prodotte a macchina.


La carta giapponese, nota come washi è senz'altro una delle meraviglie che vengono dal Sol Levante, non a caso dal 2014 fa parte del patrimonio mondiale dell'Unesco. Contrariamente a quanto si crede la carta giapponese non è fatta di fibre di riso, bensì con tre diverse fibre chiamate Kozo, Gampi e Mitsumata. Di queste il Kozo, ovvero gelso selvatico, è certamente la più preziosa. Il gelso ha una fibra molto lunga e resistente e crea una carta sottile ma incredibilmente elastica e resistente all'umidità e alla pressione.
La carta così creata è molto resistente e viene utilizzata nei più svariati modi, dal restauro e rilegatura di libri antichi alla creazione di lampade e pannelli-tende, fino alla stampa o la pittura su carta (sumi-e).


In autunno si procede alla raccolta dei ramoscelli di gelso: da questi dopo un lungo processo che richiede precise e ripetute macerazioni,raschiature e lavaggi, eseguiti tutti a mano, si ricava la fibra a cui viene aggiunta una radice mucillaginosa chiamata neri: entrambe vengono messe in grandi vasche contenti acqua pulitissima.

Ogni foglio viene poi creato a mano usando degli speciali telai in bambù immersi e agitati energicamente in questo impasto di fibre e acqua.
La carta che si ottiene dalle fibre di Kozo è la più adatta alla xilografia in quanto estremamente resistente e molto “elastica”, ma anche molto assorbente e deve essere trattata con una speciale mistura di colla e allume (chiamata dosa in giapponese o sizing in inglese) prima che possa essere utilizzata: questa fase aiuta anche il colore a fissarsi meglio nella carta ed è per questo motivo che le stampe Ukiyo-e sono arrivate a noi ancora con colori brillanti e intensi. E' molto importante specialmente quando si è all'inizio e si compra carta fatta a mano controllare se si sta comprando della carta già collata: se il sito da cui state comprando è in inglese controllate che ci sia la dicitura "sized" mentre per i siti giapponesi che ci sia la parola "dosa".


Nel prossimo post i miei consigli sulle carte con il miglior rapporto qualità prezzo per cominciare a stampare! 



lunedì 10 aprile 2017

un altro video



In questo periodo mi sono stati inviati un po' di campioni di carta scolastica, e dopo averli pian piano provati vi sto preparando un post... si tratta di carte abbastanza economiche e che non sono affatto male per cominciare quindi rimanete all'ascolto.

Intanto però nell'attesa vi lascio un altro video davvero interessante, questa volta si tratta di una dimostrazione da parte del maestro stampatore Keiji Shinohara davvero molto bella su tre tecniche di stampa decisamente raffinate, l'atenashi bokashi (un particolare tipo di sfumatura circolare), l'embossing (che consiste nello stampare una matrice senza colore, in modo che ci sia solo il calco sulla carta delle forme intagliate, molto usata per le texture delle stoffe o per i fiori) e per ultimo stampare con la mica (una polvere minerale che dona un effetto brillante molto bello). 

Io l'ho trovato interessantissimo, e come dice l'artista April Vollmer, dal cui profilo facebook ho scoperto l'esistenza del video, non si finisce mai di imparare.

Blogger continua a non supportare video al di fuori di YouTube quindi vi incollo il link qui sotto: buona visione!





martedì 21 febbraio 2017

chi può fare un corso a Tokyo?

Ho avuto la fortuna di conoscere il bravissimo artista Katsu Yuasa a Tokyo più o meno tre anni fa per la seconda Conferenza Internazionale sulla Mokuhanga, e quest'anno durante il mio breve soggiorno in Giappone sono stata nel suo studio a est di Tokyo per un breve e intenso workshop sull'affilatura degli strumenti.



Inutile dire che mi sono divertita tantissimo e che in una sola mattinata Katsu mi ha aiutato a risolvere (parte, ma non per sua colpa :) ) dei miei ancora grandi problemi di affilatura delle sgorbie.. insomma se avete la fortuna di trovarvi a Tokyo e volete vedere il suo studio e avere la possibilità di apprendere da un artista davvero bravo, non lasciatevi sfuggire l'occasione.




E per i meno fortunati che non hanno in previsioni viaggi in oriente lascio questi due video, dove potete ammirare le sue incredibili capacità di intaglio e di stampa.
Buona visione!

EDIT: proprio oggi dopo la pubblicazione del post Katsu ha pubblicato questo video sull'affilatura degli strumenti.. lo aggiungo in modo da poterli ritrovare tutti con facilità.


martedì 14 febbraio 2017

Utamaro in video



mi sembra cosa buona cominciare con un bel video: questa meraviglia faceva parte del video esplicativo della tecnica che spiegava le stampe Ukiyo-e alla mostra di Milano su Hokusai (e Hiroshige e Utamaro) terminata da poco.. ce n'è purtroppo solo una parte e io sono alla continua ricerca dei resto, ma intanto godetevi questo che mostra come nasceva la stampa raffigurata qui sopra di Utamaro.

https://vimeo.com/48462944

PS Blogger non supporta Vimeo e il video su Youtube non credo ci sia, quindi dovete cliccare sul link per godervelo :)